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Esanatoglia e… D’Annunzio

Gabriele D’Annunzio nasceva a Pescara proprio il 12 marzo di 158 anni fa. Personaggio discutibile e discusso. Per il suo innegabile talento letterario e per come si collocò nel tempo in cui visse, separare lo scrittore dal politico è impresa non da poco, su cui continuano a cimentarsi critici e storici. Con modestia e in punta di piedi, sfioriamo qui la sua figura con una minuzia che lo riguarda e che, come santanatogliesi ci riguarda. Una spigolatura autoreferenziale.

In una delle sue opere ritenute minori, “Sogno d’un tramonto d’autunno” (1889), da cui fu anche tratto l’omonimo film del 1911 di Luigi Maggi, la sua esuberante prosa incrocia in qualche modo il nostro paese.

D’Annunzio e Esanatoglia: che storia è questa?

La storia è anzitutto di Pantea, archetipo del meretricio e della lussuria, che naviga sul fiume Brenta in direzione di Venezia su una nave d’oro.

E’ circondata da uno sciame di spasimanti; uno di questi è però follemente amato dalla dogaressa Gradeniga che per lui è giunta ad uccidere addirittura suo marito il Doge.  Il sortilegio imbastito dalla furiosa Dogaressa porrà fine a quella sorta di crociera della voluttà.  Tutto si scioglierà tra le fiamme di un magico procurato incendio.

Lucrezia, una delle messaggere che riferiscono alla tradita Dogaressa l’atmosfera che si vive a bordo del vascello, descrive il potere incantatorio di Pantea:

 “Quando ella canta pel fiume, ella trae dietro di sé tutti quelli che l’odono.  I vendemmiatori lasciano il tino e vengono sulla riva.  Gli officianti abbandonano l’altare.”   

E per esaltare la potenza del canto di Pantea, Lucrezia prosegue precisando che la maliarda si avvale del contributo di due particolari musicisti che compongono per lei, anzi, “che si dannano a comporle villanelle e madrigali.  Si dice ch’ella possegga il segreto della sirena…

Il primo è Antonio Vivaldi (Venezia 1678 – Vienna 1741), conosciuto anche con il nomignolo di ‘Prete rosso’, prosegue infatti Lucrezia: “V’è uno chiamato il Prete rosso, quello che fu musico alla corte dell’Elettore”… e l’altro, il secondo compositore che alimenta il fascino melodico di Pantea con cui ella irretisce rimbambisce chi invano la corteggia è…

un frate agostiniano di Santanatolia, organista a San Stefano

e questo è il nostro Carlo Milanuzzi (Esanatoglia 1590 ca – Noventa di Piave 1643 ca), che proprio nella Chiesa di Santo Stefano a Venezia fu Maestro di Cappella e organista (si veda l’articolo in questo blog).

 

Di sicuro interesse è la citazione riguardante Milanuzzi che, a dispetto della modesta notorietà che la storia della musica gli ha fin qui riservato, evidentemente noto a D’Annunzio per la sua produzione di “madrigali e villanelle“, viene associato a un nome celebrato come quello di Vivaldi.

Singolare appare l’accoppiata, stante il diverso periodo in cui i due vissero, ma non vorremmo privarci della maliziosa idea che il “Vate” abbia voluto unirli, non solo per il loro collegamento a Venezia, quanto anche per la propensione più ‘mondana’ che spirituale, che per certi versi accomunò la vita dei due musicisti.  

Forse non a caso il loro nome è introdotto da quel “Gli officianti abbandonano l’altare” che tendenzialmente s’avvicina alle parabole percorse nelle rispettive vite religiose da entrambi i musicisti. Che abbia voluto cogliere, delle loro biografie, elementi ‘dannunziani’ ante litteram?

 Chissà… Per intanto, chi vorrà, potrà comunque trarne fonte di soddisfazione e sostenere: “nell’universo letterario dannunziano… Esanatoglia c’è!”.

2 Replies to “Esanatoglia e… D’Annunzio”

  1. Anonimo ha detto:

    Grazie Pino. I tuoi articoli sono sempre molto interessanti e piacevoli.

  2. monicA pennesi ha detto:

    …..c’è e mena forte.

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