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La BANDA per me…

Nel corso del recente Concerto tenuto nella Chiesa di Santa Maria dedicato all’opera di Ennio Morricone ho avuto il piacere di ricevere dal “Corpo Bandistico di Esanatoglia 1874” un inaspettato e graditissimo riconoscimento: i lusinghieri apprezzamenti dispensati dal Comitato Direttivo e dispiegati dalla grazia di Senia Giorgi e i ringraziamenti del Maestro Luciano Feliciani che mi ha omaggiato con un libro di Caterina Menichelli, “Nadia Boulanger – La grande pretresse de la musique” (lo splendido “Aaron Copland – Pioniere della musica americana” scritto dal maestro Feliciani era già stato in precedenza oggetto di un nostro privato scambio di omaggi con il “Milanuzzi” di Claudio Dall’Albero, e un po’ anche mio).

Queste le motivazioni:

Per aver inciso in modo significativo sulla ricerca della verità delle vicende storiche dei cittadini di Esanatoglia e del Corpo Bandistico di cui ne è un riflesso, chiudendo così il cerchio e unendo senza soluzione di continuità l’evoluzione e la storia di Esanatoglia a quella dell’ensemble musicale con il punto di inizio – nella delibera sull’educazione musicale del 29 marzo 1852 attualmente conservata presso gli archivi comunali; Pino Bartocci introduce i lettori della storia del Borgo a un nuovo campo di studio che unisce storia umana ed evoluzione dell’architettura urbanistica che ci ha fornito una comprensione più solida del nostro passato; attraverso una serie di impervi e lunghi riscontri documentali e testimonianze dirette degli eredi in vita, il dr. Pino Bartocci ci ha offerto le chiavi per comprendere gli intricati sviluppi della storia e i dettagli della vita di ogni giorno all’interno della stupefacente prospettiva del tempo profondo. Grazie ancora!

Non sono particolarmente incline a sconfinata autostima, né mi attraggono particolarmente le esposizioni; per di più ho una collaudata diffidenza delle iperboli e anche delle più miti esagerazioni. Però devo ammettere che le parole e le accortezze usate, sarà anche per la particolare cornice, hanno toccato più di qualche corda del mio animo, hanno stimolato il mio altrimenti cauto amor proprio.

Il momento era però della musica, dei musicisti e del Maestro che mirabilmente li dirige, per cui i convenevoli sono stati messi al bando. D’altronde non c’è nulla di più atroce che infarcire un concerto con discorsi, saluti, ringraziamenti, soprattutto nei finali, troncando quel magico alone di suono e di applausi, che scemano in quel brusio con cui si sciama e con cui si dovrebbe chiudere qualsiasi esibizione musicale senza doversi sorbire perforazione di timpani dall’amministratore di turno che ci “spiega” quanto è bella la musica o dagli omaggi a commercianti e affini che hanno generosamente contribuito alle spese. Si spezza la magia del suono. S’incrina tutto. Da questo punto di vista il Concerto del 10 dicembre ha invece funzionato davvero bene.

Per quanto mi riguarda, le poche parole non dette le spendo allora qui, per ringraziare e sottolineare che loro, la nostra Banda, i nostri musicisti associati, rappresentano la testimonianza vivente di un attaccamento alla musica, una predisposizione che è nelle radici profonde di questo nostro paese. Mantengono in vita e ci trasmettono quella che ormai è più di una tradizione, è un sentire, una capacità di espressione individuale e comunitaria, estro del singolo e organizzazione collettiva che, con le immancabili alterne vicende, travalica i secoli.  Se per quanto riguarda l’aspetto organizzativo della Banda, da quello che emerge seguendo le tracce documentali che ho rinvenuto e che propongo, si risale ancora più indietro di quanto fino ad ora fosse noto, si può con certezza affermare che a Santa Natoglia si faceva musica, e di livello, ancora molto tempo prima.  Mentre ascoltavo le belle parole a me rivolte, ripensavo ad esempio che nella Chiesa in cui ci trovavamo, oltre quattro secoli or sono risuonava la musica del nostro concittadino Carlo Milanuzzi (Carlo Milanuzzi) che attraverso l’organo, oggi alla Pieve (L’antico organo), inondava di armonia la lunga navata (perché allora era molto più estesa) di quella che si chiamava Sant’Agostino. Ecco, in quel momento eravamo proprio lì, e ricordavo a me stesso che questi musicisti, proseguono questa tradizione, questo impegno, sono la testimonianza di questo sottile filo rosso che non si interrompe.

Anzi, com’è ormai una costante nella storia, si irrobustisce e riprende vigore ogni qualvolta si affaccia un Maestro degno di questo nome, che porta nuovo vigore e doti non comuni, come nel caso dell’attuale Maestro Luciano Feliciani.   Ecco così li avrei voluti ringraziare, e così li ringrazio. Grazie di esserci.

A fronte di tanta soddisfazione personale rendo qui di seguito quello che è stato il mio modesto contributo che, spero, possa costituire un altro tassello per la ricostruzione di una storia musicale locale inquadrata in una più ampia opera di recupero e mantenimento della memoria storica del paese.

Sulla nascita della BANDA MUSICALE

Vuol essere questa una sorta di petizione, una proposta di certificazione, concordata in quanto a finalità con la attuale dirigenza della Banda Musicale che, con straordinaria passione e con intelligenza, in particolare del suo organismo direttivo, sta cercando di riorganizzarsi per onorare ancor più una già onorevolissima storia.

La musica nella nostra terra ha una storia antica, di rilievo, legata a singole individualità. Oltre a Carlo Milanuzzi, di cui si può leggere su questo blog e su cui c’è ancora molto da scoprire e tutto da valorizzare, altri illustri musicisti, di cui sarà d’obbligo interessarsi in futuro, sono partiti da questo spicchio di mondo. Negli ultimi due secoli, con fasi di diversa intensità regolata da cicli culturali, rivoluzioni tecnologiche, mode, casualità ecc., questa passione di tanti esanatogliesi, questa loro inclinazione, ha inevitabilmente incrociato le sorti e le vicende di quella che può essere ritenuta una vera e propria istituzione del settore: la Banda Musicale.

Anche se una distorta prospettiva tende a volte erroneamente a volerla relegarla nell’ambito ristretto e quasi asfittico di una musica ‘minore’, l’attività bandistica ha costituito da sempre oltre che un ambiente di formazione dell’educazione musicale, una innegabile fucina di talenti, e per molti di questi un punto di partenza verso le più disparate esperienze musicali.

Nelle altalenanti vicende che hanno visto l’alternarsi di decadenze e rinascite, di gloriosi riconoscimenti e di miopi e scellerati voltafaccia istituzionali, in uno degli ultimi sforzi di ricostruzione negli anni ’70 del secolo scorso, a suggello della vetustà dell’istituzione, per sentirsi giustamente nobilitati da una lunga storia, si volle aggiungere al nome una data, ritenendo fosse quella fondativa: così nacque, o meglio rinacque, il “Corpo Bandistico Esanatoglia 1874”, lo stesso che ritroviamo ai nostri giorni e che, per un mutato quadro normativo sull’associazionismo, ha l’obbligo ma anche l’occasione di rimettere mano alla storia delle sue radici.

Anno 1874

In realtà in quel lontano 1874 si stipulò una convenzione tra il Comune e un già costituito e operante “Concerto Musicale” che, nell’occasione, venne trasformato in “Concerto Comunale” assumendo l’impegno, a fronte di un contributo di 80 lire annue, di “prestare l’opera per conto del Comune in tutte le feste del mese di Febbraio ed in quelle del mese di Maggio, nel giorno della festa Nazionale e nelle processioni di S.Cataldo, Corpus Domini, Sant’Anatoglia e San Luca.”.   Oltre queste occasioni, il Comune ma anche “i particolari o Società private” avevano diritto di servirsi del Concerto pagando quanto stabilito nello statuto societario.  Le “tardanze e le mancanze” alle prove e ai servizi, erano punite con sanzioni economiche a vantaggio della Società stessa.   Su questa convenzione il Sindaco Agostino Giovagnoli appose la sua firma il 28 ottobre 1874.  Di seguito firmarono i componenti della Società che ci piace ricordare:

Censi Tito

Chierici Annibale

Mosci Antonio

Meriggiola Nazzareno

Bini Pacifico

Papiri Giuda

Santaroni Pacifico

Zampini Domizio

Pelagalli Raffaele

Bartocci Venanzo

Vannucci Luigi

Zampini Luigi

Marinelli Angelo

Buscalferri Angelo

Libani Nazzareno

Meriggiola Giuseppe

Ubaldini Pietro

Cappanna Fedele

Carlucci Cesare

Vannucci Giambattista

Censi Antonio

Contestualmente veniva stabilito nella convenzione con il Maestro di Musica che questi, oltre ad istruire sei allievi prescelti dal Comune e provvedere a suonare l’organo della Chiesa della Pieve “nelle feste religiose a carico comunale”, avrebbe dovuto “assumere la direzione del Concerto Civico e dovrà uniformarsi al Regolamento e agli obblighi assunti dal medesimo verso il Municipio”.

Era praticamente l’istituzionalizzazione del Concerto, della Banda come nel corso del tempo si sarebbe poi chiamata nel linguaggio comune.

Ma come si è visto un “Concerto Musicale” esisteva già ed era operante, anche se non sappiamo in quale forma  regolamentato.

Dalla documentazione residua (purtroppo vi sono molte lacune archivistiche) si può comunque ritenere che l’inizio di una attività di tipo concertistico/bandistico , seppure forse non organizzata e regolamentata come lo fu a partire dal 1874, possa essere retrodatata di oltre venti anni; non è questione di poco conto, anche perché così andrebbe a collocarsi in epoca pre-unitaria (da Esanatoglia a Santanatoglia…) precorrendo quella tendenza che vide una accelerazione nella formazione delle Bande Musicali locali proprio a seguito dell’unità d’Italia.

1852 l’ anno della svolta

Nel 1852 venne istituita la prima “Scuola di Musica“. Il Consiglio Comunale, ridisegnato nella sua composizione dopo le temperie del ’48 dalle riforme del Decreto Pontificio del 24 novembre 1850, in modo blando e comunque sempre legato al censo, avevano visto l’ingresso di nuove figure in aggiunta agli esponenti delle solite cinque o sei famiglie gentilizie; erano così arrivati a sedere sugli scranni del Palazzo nomi nuovi, di buon censo, ma veri outsider: Casciani, Angelucci, Mancini, Marinelli, Cattarulla, Giordani, ecc. contadini possidenti, un molinaro, un fattore, gente così.

Con loro anche nuove istanze provenienti dalla “Società civile” tra cui, evidentemente sentita in paese, quella dell’educazione musicale.

La delibera del 29 marzo così esordiva:

La Musica è una delle più belle e pregievoli Arti che adornano la Società civile, le Funzioni di Culto, e occupa lodevolmente la Gioventù, e rende pur anche il sostentamento delle famiglie di coloro che si dedicano di proposito alla medesima. È pertanto, che l’amore della Patria, che deve essere amore ad ogni Cittadino muove l’interessamento di questa pubblica Rappresentanza di proporre la istituzione di un Maestro di Musica in questa Terra con l’obbligo di prestare principalmente servigio alla Chiesa in occasione delle Festività dei SS. Protettori, e di fare due Allievi miserabili sempre gratuitamente nella musica vocale e strumentale, da destinarsi e nominarsi dal Pubblico Consiglio, il tutto come da analogo Capitolato da stabilirsi.

Prosegue la delibera: “Formandosi così la Residenza di tal Maestro, ed Istruttore, egli conseguir potrà altri assegni oltre quello Comunale, dalla Chiesa come Organista e con far Scuola privata ad altri giovani iniziati o che vogliano dedicarsi alla Musica, onde avere il necessario sostentamento.  Per gl’obblighi Comunali sovraindicati propone la suddetta Magistratura l’emolumento annuo al suddetto Maestro di scudi 40 e senza alterare la economia pubblica da erogargli scudi 30 somma tabellata sotto il titolo offerte ai SS. Protettori, siccome comprende il servigio per il culto, ed altri scudi 10 in fondo nuovo apposito.”

Con apposito Capitolato, venne stabilito che il Maestro doveva istruire gratuitamente due giovani indicati dal Comune “uno o ambedue nella musica vocale, ovvero in quella istrumentale da fiato, o da corda, compreso il pianoforte, e precisamente in quei tali istrumenti che saranno destinai dalla Magistratura secondo le circostanze.” Le lezioni erano tutti i giorni eccetto giovedì, domenica e festivi.  Ogni anno doveva effettuare un saggio.  “Esso Maestro sarà tenuto fornire di Musica per la Chiesa e di dirigere la medesima, sia istrumentale , e vocale, ovvero coll’accompagno del semplice organo secondo gli verrà ingiunto dalla Magistratura in occasione delle Festa annuali di S.Anatolia e di S.Cataldo Comprotettori senza alcun compenso (anche se poi risulta invece sia stato remunerato… NdA), così per la Festa di S. Luca, e di S.Vittoria sia obbligato suonare l’Organo nella Chiesa della Pieve”.

Per le lezioni private poteva utilizzare i locali messi a disposizione dal Comune.

L’incarico era biennale, soggetto a possibile riferma.

Ma l’istituzione della Scuola forse non sarebbe bastata se le tristi vicende della sua vita non avessero indotto un personaggio del calibro del Maestro Mario Rinaldini ( Un Maestro di Musica…) ad accettare l’incarico in una piazza certamente minore e quindi non tra le più lusinghiere per un musicista del suo livello.

Si può senza dubbio affermare che la sua presenza e il suo insegnamento costituirono una vera e propria svolta nell’educazione musicale degli appassionati locali; fu il primo passo per l’affermazione di quella inclinazione che evidentemente albergava nell’animo di molti santanatogliesi.

La scuola di musica portò risultati fin da subito perché già nello stesso anno, per la festa di Santa Natoglia, come risulta da una nota spese, venne realizzato un “Palco amovibile ad uso di musica nella Chiesa della Pieve” dipinto addirittura da un artista decoratore che a quel tempo stava lavorando in alcuni palazzi signorili lungo il Corso, il “Signor Girolamo Longhi, Pittore”.  Su quel palco, sotto la direzione del Maestro Rinaldini si esibirono “cantanti Forastieri, e Filarmonici” non sappiamo in che numero, ma con un compenso di scudi 4,50, poi “Filarmonici locali” con un compenso di scudi 10, che denota una presenza cospicua.

Tra questi possono annoverarsi i due cittadini santanatogliesi chiamati dal Consiglio Comunale a valutare i giovani da ammettere al corso gratuito: Barnaba e Gian Paolo Censi, definiti appunto nella delibera di incarico come “Filarmonici di questa Terra”.

Quindi, seppure non essendo formalmente istituita una Filarmonica o Concerto Civico che dir si voglia, i musicisti locali, sia quelli provetti che gli alunni neofiti, iniziarono da subito ad operare in forma organizzata e ad esibirsi, sotto la direzione del Maestro di Musica, nelle occasioni in cui questi era tenuto a prestare servizio in base al disciplinare del suo incarico.

In sostanza, era di fatto nato quel “Concerto Civico” che nel 1874 sarebbe diventato “Concerto Comunale“; si può infatti ritenere che con l’effetto combinato tra il disciplinare del Maestro di Musica con i suoi obblighi, la presenza dei suoi allievi, nonché dei “filarmonici locali” all’occorrenza accompagnati da “filarmonici forastieri“, si era già configurato il “Concerto“, anche se tale nome venne stabilito successivamente.

La retrodatazione che si propone alla luce di evidenze documentali, è tutt’altro che un vuoto puntiglio; nel rispetto di una verità storica, utile a favorire le necessità di regolarizzazione della istituzione, pensiamo possa servire, perché no, avvicina i giovani che oggi si prodigano per tenere in vita questa istituzione, e a quelli che verranno, alla data in cui potranno celebrare il secondo centenario della “Banda Musicale di Esanatoglia 1852“: 2052.

2 Replies to “La BANDA per me…”

  1. Petrioli Maria ha detto:

    Sapevo la longevità della Banda ma ovviamente non sapevo tutte qs notizie particolareggiate Grazie mmolto interessante.A presto

    • PinoBart ha detto:

      Grazie Maria, una storia lunga su cui c’è ancora molto da scavare. Esanatoglia… davvero tanta musica.

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